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Maurizio Colasanti – una vita fra le note

Il Maestro Maurizio Colasanti rappresenta un'eccellenza italiana nel mondo, una biografica corposa e prestigiosa iniziata all'eta' di sette anni col suo primo concerto solistico. Si diploma al Conservatorio di Musica di Pescara, studia direzione d'orchest

Data: 15/07/2017

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La biografia del direttore e compositore  Maurizio Colasanti è invidiabile, egli ha un background lodevole fatto di studi, collaborazioni, riconoscimenti che meritano menzione e voce. Inizia giovanissimo all’età di cinque anni –  in quanto talento precoce – a nutrirsi di musica, tiene il suo primo concerto solistico all’età di sette anni con la banda del suo paese, Pretoro. Si diploma col massimo dei voti e la lode al Conservatorio di Musica di Pescara, si laurea con lo stesso risultato in Filosofia. Ha studiato direzione d’orchestra con grandi maestri europei presso le scuole di Ginevra, Vienna e Budapest. Docente presso prestigiosi conservatori musicali come: l’Illinois State Illinois University, la Royal College of Music di Melbourne e il Conservatorio di Musica di Quito.  Ha collaborato con musicisti come A. Rosand, A. Pay, C.M. Giulini, A. Braxtone, G. Shuller, M. Larrieu, P. Badura Skoda. Nel 2012 è stato eletto direttore principale e direttore artistico dell’Osuel.

Ha tenuto concerti per importanti istituzioni concertistiche italiane ed internazionali: Seoul Philarmonic Orchestra, Teatro dell’Opera di Roma, St Martin in the Fields, Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestra teatro lirico di Cagliari, orchestra Sinfonica Abruzzese, Finnish Symphony Orchestra, Orchestra Sinfonica di San Remo, Miami Symphony Orchestra, Karnten Simphonieorkester, Solisti del teatro alla Scala di Milano, Illinois Symphony, Orchestra Sinfonica dello stato del Messico, Minas Gerais Symphony Orchestra, Villa Lobos Symphony Orchestra, Orchestra Sinfonica di Guanajuato, Orchestra Teatro Marrucino, Orchestra Sinfonica di San Remo, Carnegie Hall, New England Symphony Orchestra, Orchestra Filarmonica di Fortaleza, Lithuanian Chamber Orchestra, Orchestra Sinfonica Porto Alegre, Orchestra Sinfonica Mar del Plata, Camerata Istropolitana Bratislava.

Una lunga e prestigiosa carriera quella del Maestro Colasanti da non poterla elencare tutta e qui, a tal proposito esistono le biografie. Non è questo il proposito di chi vi scrive, bensì lasciare che Maurizio Colasanti racconti attraverso le parole e non la musica, la sua vita calcando i teatri di mezzo mondo, attraverso jet leg e culture, raccontando la musica.

Come è noto dalla sua biografia, ancora prima delle tabelline lei ha incontrato la musica; quando pensa a lei bambino, immerso nella musica, come si vede o si ricorda?

Sono convinto che spesso, non sempre, il passato sia la causa del nostro futuro. Rivivo con molta tenerezza e con un pizzico di emozione quando ripenso a me da bambino. Soprattutto rifioriscono nella memoria i volti e le voci delle persone che hanno condiviso la mia fanciullezza, i vestiti da lavoro di un paese fatto da gente umile e infaticabile. Amo il mio passato da fanciullo per i suoni, le voci, i profumi, ricordo con emozione le porte delle case tutte aperte, come se ognuno aspettasse un ospite desiderato, ricordo gli animali che scorrazzavano in ogni cortile. La musica in fondo era un gioco, forse lo è ancora, almeno in questo sono rimasto come allora, una scoperta della vita attraverso il mondo dei suoni.

Pensa che i bambini dovrebbero essere introdotti alla musica fin da piccoli nelle scuole? Come è accaduto a lei?

Come ho detto poc’anzi, per me da piccolo la musica ha rappresentato principalmente un gioco, un divertimento. In un percorso di crescita sano non può e non deve mancare la musica, quella classica in particolare. La musica insegna a godere della bellezza dei suoni, ad attraversare mondi meravigliosi e colorati dove ognuno di noi può trovare la propria essenza piu profonda, e la propria consapevolezza più nascosta. Fare musica significa partecipare una comunità, cooperare ad un proposito in cui bisogna dare il massimo, ciascuno per quello che è chiamato a fare. La musica insegna a rispettare sé stessi e gli altri, perché fare musica vuol dire far parte di una socialità dove il riguardo a sé stessi non può mai soffocare quello per gli altri. Puoi fare musica solo se adempi al tuo compito e dai il massimo rispettando gli altri e creando con le individualità che hai intorno condivisione ed empatia. Poi la musica è anche studio, dedizione, spirito di sacrificio, costanza, forza interiore, entusiasmo, creatività. Se vogliamo dei cittadini migliori non possiamo prescindere dalla musica, non possiamo prescindere dall’educarli il prima possibile immersi in questo universo meraviglioso.

[leggi tutta l'intervista]

 
 

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Anno europeo del patrimonio culturale 2018

Il GO Opera Festival ha ottenuto il Marchio dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018 assegnato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

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